Mentre il mondo intero si prepara a festeggiare Halloween, in Sicilia si cerca in tutti i modi di preservare una delle nostre antiche tradizioni: la Festa dei Morti. Una festa che ha radici in comune con la più nota festività Messicana (Dias de los muertos) ed anche con la festività che dagli Stati Uniti sta prendendo piede in tutto il mondo. Ed è proprio da Halloween che la Festa dei Morti deve guardarsi per “rimanere in vita”. Il marketing sfrenato della festa americana, infatti, sta rischiando di far sparire una delle tradizioni più importanti della nostra terra, legata al ricordo dei cari defunti. È quindi importante ricordare come nasce la nostra festa e la sua importanza culturale.
La Festa dei Morti si svolge ogni anno dopo la ricorrenza di Ognissanti, il 2 novembre, ed è legata ad antichi riti pagani che il cattolicesimo ha tentato di far dimenticare e che, invece, si sono incontrati con la religione cristiana. Nella tradizione celtica il 31 ottobre era l’ultimo giorno dell’anno. Conosciuto anche come il Samhain (tutte le anime), era per il popolo celtico il primo giorno d’inverno, nel quale la notte era più lunga del giorno: un evento che permetteva agli spiriti di passare da un mondo all’altro.
Intorno al X secolo venne introdotta dal cattolicesimo il 2 novembre la commemorazione dei defunti. Le antiche tradizioni si mescolarono alle disposizioni della chiesa dando vita alla Festa dei Morti.
In Sicilia la Festa dei Morti inizia la notte tra il primo e il 2 novembre, quando, secondo la tradizione, le anime dei cari defunti lasciano in dono i regali ai bambini, nascosti per casa. Dopo aver trovato i regali, si va a fare visita ai parenti defunti al cimitero.
I regali, giocattoli e dolciumi, vengono acquistati dai genitori nelle fiere aperte per l’occasione. Tantissimi i dolci tradizionali di questa festa: dalla Frutta di Martorana (nella foto) ai Pupi di Zucchero, passando per i biscotti chiamati crozzi ‘i mottu (le ossa dei morti). Non mancano delizie salate, come le muffulette, particolare tipo di pane condito che si mangia per l’occasione.
La Festa dei Morti vuole essere un ponte tra le vecchie e le nuove generazioni, un modo per ricordare i cari defunti e per preservarne il ricordo nei più piccoli della famiglia. Si tratta di una tradizione anche dal forte valore educativo sulla morte, che trasforma un evento triste in una festa nel ricordo di chi ci ha voluto bene. Una festa che ha tantissimi punti in comune con i Dias de los muertos che si festeggiano in Messico, una tradizione famosissima che ha avuto ancora più rilevanza, negli scorsi anni, grazie al magnifico cartone animato della Disney/Pixar Coco. Quando le innovazioni rispettano e, anzi, rilanciano, le tradizioni.
Anche la festa di Halloween ha le stesse origini celtiche della Festa dei Morti siciliana ma ha assunto forme spiccatamente macabre e commerciali. Le sfilate in costume dei bambini che bussano alle porte dei vicini dicendo “dolcetto o scherzetto” (trick-or-treat in inglese) sono diventate una prassi in gran parte del mondo, soppiantando spesso le tradizioni locali, anche grazie al forte marketing dell’evento, che dai cartoni animati fino al cinema, ha conquistato pian piano l’immaginario anche dei non americani. Ecco perché oggi come non mai è importante ricordare la Festa dei Morti, per mantenerla in vita nonostante la forte concorrenza di Halloween.
Cosa accadrà in futuro? Le due feste potrebbero fondersi, come è avvenuto in passato con le usanze pagane e il cattolicesimo, oppure la festa di Halloween, grazie alla spinta del marketing, potrebbe soppiantare del tutto quella tradizionale siciliana. Eppure qualcosa si muove in Sicilia per difendere la Festa dei Morti.
Quest’anno è giunta alla sesta edizione la Notte di Zucchero, evento organizzato a Palermo per la Festa dei Morti e che, da due anni, si svolge, in forma ridotta, anche a Catania.
In tutta la Sicilia, però, non mancano eventi legati alla tradizione. Ogni provincia ha il suo evento dedicato alla Festa dei Morti: un modo per preservare le nostre radici e i nostri ricordi.
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