Probabilmente è impossibile raccontare in poche righe quanto ha da offrire al turista la città di Palermo. Fondata dai fenici e governata da greci, cataginesi, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, spagnoli e borboni, prima di far parte del Regno d’Italia, ogni popolazione ha lasciato un’impronta indelebile sulla città, arricchendola artisticamente e culturalmente. E si possono addirittura trovare graffiti rupestri risalenti al paleolitico nel complesso delle Grotte dell’Addaura.
Tentiamo quindi di segnalare le cose che non potete assolutamente perdervi una volta arrivati a Palermo, lasciando fuori comunque molti capolavori. In un ipotetico itinerario del centro storico, potrebbe essere utile partire dal Palazzo dei Normanni, oggi sede dell’Assemblea regionale siciliana, ma un tempo palazzo imperiale. Al suo interno la Cappella Palatina è un unicum al mondo: sopra i mosaici in stile bizantino, sui quali spicca il Cristo Pantocratore nell’abside, infatti, c’è un tetto ligneo in puro stile arabo, a muqarnas, dove sono dipinte scene di vita della corte islamica. Un connubio tra due stili diversi che solo a Palermo può prendere vita in modo così naturale.
Passando per Porta Nuova, superato il giardino di Villa Bonanno, si arriva alla Cattedrale, magnifica costruzione che venne completata nel 1185 lì dove era presente una basilica cristiana nel 604, trasformata in moschea nell’831 e riconvertita al culto cristiano nel 1072 dai Normani. All’interno, in stile neoclassico, si possono trovare le spoglie dei reali di Sicilia, tra cui Federico II e Ruggero II, nonché quelle della patrona di Palermo, Santa Rosalia.
Proseguendo per corso Vittorio Emanule, la via dei librai, si arriva ai Quattro Canti, il vero centro dell’antica Palermo: una piazza di forma ottagonale con quattro edifici formati da statue, fontane e colonne, che rappresentano altrettanti quartieri di Palermo: Albergheria, Capo, La Loggia, Kalsa. Al centro di ogni edificio si trova una statua che rappresenta quelle che erano le sante patrone della città: Cristina, Ninfa, Oliva e Agata.
Andando a destra si arriva a piazza Pretoria, con la sua fontana con statue allegoriche rappresentanti divinità mitologiche e i quattro fiumi di Palermo. Ancora più avanti una delle più belle chiese della città, se non di tutto il mondo: Santa Maria dell’Ammiraglia, detta la Martorana, che all’interno custodisce i mosaici bizantini più antichi della Sicilia.
Procedendo nella direzione opposta, per via Maqueda, si arriva al Teatro Massimo: edificio teatrale lirico più grande d’Italia e il terzo in Europa, dopo l’Opera di Parigi e la Staatsoper di Vienna (primo in Europa per grandezza del palcoscenico), con la sua imponente facciata in stile liberty che trae ispirazione dai templi greci e dalle costruzioni in stile classico, è senza dubbio tra i teatri più belli che vi possa capitare di vedere. Passando da via Ruggero Settimo, la via dello shopping, si arriva al Teatro Politeama Garbaldi, altro gioiello sormontato da una quadriga bronzea, con Apollo, dio della musica, ed Euterpe, musa della lirica. Ancora più avanti la splendida via della libertà, con i suoi edifici in stile liberty.
Questo è solo un piccolo percorso che si può svolgere a Palermo, ma non possiamo esimerci dal citare tanti altri luoghi da visitare: Mondello, con la sua spiaggia di sabbia fine, il mare azzurro, e le ville in stile liberty; la Zisa, il palazzo in stile arabo-normanno, edificato nel 1165 come residenza reale estiva; il Santuario di Santa Rosalia, sul Monte Pellegrino, con la facciata barocca che fa da ingresso alla grotta dove morì la Santa patrona della città; i mercati storici, dove ci si immerge tra i profumi e i colori della città; la chiesa di San Giovanni degli Eremiti; le catacombe; i musei (e per chi ama la pittura, non perdetevi Palazzo Abatellis, che custodisce L’Annunciata di Antonello da Messina e l’affresco Il Trionfo della Morte). E tanto altro che vi invitiamo a scoprire.
Da mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta: regina dello street food, Palermo offre pane cà meusa, arancine, panelle, sfincione, babbaluci, crocché di patate… tra i primi spiccano la pasta con le sarde e quella con i ricci di mare. E poi i dolci di ricotta, tra cassate (provate quella “al forno”), cannoli, e tanto altro. Basterà entrare in una pasticceria per restare a bocca aperta di fronte a tante prelibatezze.
Capitale Italiana della Cultura del 2018, Palermo è una città da vivere e scoprire. E da portare nel cuore.
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Articolo tratto dalla guida Agriturismo e turismo rurale 2019/2020.