“La più grande e la più bella tra le città greche”: così Cicerone, nel primo secolo a.C., descrisse Siracusa. Una bellezza che la portò a rivaleggiare con la stessa Atene. Ed oggi, tra i resti greci e le architetture barocche, la città resta ancora tra le più belle al mondo.
Due le zone di maggior interesse: l’isola di Ortigia e il Parco archeologico della Neapolis.
Tra le più vaste aree archeologiche del Mediterraneo, il Parco archeologico della Neapolis presenta reperti appartenenti a diverse epoche. Tra questi, il Teatro Greco, che ancora oggi, tra aprile e luglio, ospita le rappresentazioni classiche delle commedie e delle tragedie greche, richiamando moltissimi turisti che possono rivivere e respirare le atmosfere dei tempi antichi, ora come allora, dopo oltre duemila anni.
Nell’area ci sono anche i resti di un anfiteatro romano, le cui dimensioni erano di poco inferiori a quelle dell’Arena di Verona. Qui si svolgevano le cruente lotte tra gladiatori. Sono ben conservate l’arena e la cavea, ed è ancora visibile il tunnel di servizio che serviva per gli accessi al teatro. Al centro dell’arena c’è una vasca quadrangolare, probabilmente una botola che serviva negli spettacoli.
Passando vicino a quel che resta dell’Ara di Ierone II, si arriva alla vallata delle Latomie, le grandi cave di pietra che erano anche utilizzate come prigioni, oggi un angolo incantevole con una lussureggiante vegetazione di piante mediterranee ed esotiche. Lungo i fianchi della vallata sono scavate diverse grotte artificiali, la più famosa delle quali è L’Orecchio di Dionisio, una cavità artificiale, alta circa 30 metri e profonda 40 metri che ha esteriormente una forma ricordante un orecchio. Il nome della grotta è stato dato da Caravaggio dopo che l’artista ha ascoltato la leggenda cui è legato il luogo: si narra che il tiranno Dionisio II facesse rinchiudere qui i suoi nemici perché la grotta amplifica enormemente la voce. Dionisio poteva così ascoltare non visto, da un piccolo foro, i sussurri dei prigionieri, condannandoli a morte nel caso stessero complottando qualcosa.
Tra le tante altre opere che possibile trovare nel parco archeologico, tra la presunta Tomba di Archimede, la Piscina Romana e i resti dell’Arco trionfale di Augusto, è indispensabile citare la Chiesa San Nicolò ai Cordari, costruita in epoca normanna e oggi ingresso del parco: una commistione di opere di epoche diverse che solo in Sicilia potrete trovare.
L’isola di Ortigia è collegata al resto della città di Siracusa da due ponti. Circondato dal mar Ionio, il turista trova subito innanzi a sé i resti dell’Apollonion, il Tempio di Apollo, risalente al VI secolo a.C., del quale restano due colonne con il loro capitello dorico.
Percorrendo via Matteotti, la strada dello shopping, si arriva a piazza Archimede, dove si trova la fontana della dea Artemide, mentre protegge la ninfa Aretusa dalla corte di Alfeo.
Attraversando alcuni vicoli, tra le mille botteghe e i ristoranti dove assaporare degli ottimi piatti a base di pesce, si arriva alla piazza del Duomo, capolavoro del Barocco: lastricata di pietra bianca al’interno dell’ampia piazza ovaleggiante si possono ammirare, oltre al Duomo, anche la chiesa di Santa Lucia alla Badia, la Curia, il Palazzo Vermezio e il Palazzo Beneventano del Bosco.
La cattedrale della Natività di Maria Santissima nasce su quello che era un tempio dorico dedicato alla dea Atena, ancora oggi incorporato all’interno del duomo: una combinazione eccezionale tra tempio pagano e cristiano, con la facciata barocca progettata da Andrea Palma (con le statue di Ignazio Marabitti) e, all’interno, il tempio classico. Lì dove un tempo c’era la statua di Atena, oggi c’è il simulacro di Santa Lucia, patrona della città.
La chiesa di Santa Licia alla Badia custodisce uno dei massimi capolavori pittorici in Sicilia, ovvero Il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio.
Il seicentesco Palazzo Vermezio, sede del Municipio di Siracusa, custodisce nei sotterranei le strutture di fondazione del tempio di Artemide. Ancora una volta le architetture classiche che si fondono con quelle barocche. Nella piazza si può ammirare anche il magnifico Palazzo Beneventano del Bosco .
Superata la piazza si giunge alla Fonte Aretusa, dove è ambientata la leggenda Aretusa e Alfeo. Uno fonte di acqua dolce alimentata da una falda acquifera sotterranea, a pochi passi dal mare. Nella vicina Galleria Regionale di palazzo Bellomo è possibile vedere l’Annunciazione di Antonello da Messina.
La punta di Ortigia è occupata dal Castello Maniace: voluto da Federico II per contrastare le incursioni dei pirati, con la sua poderosa struttura quadrangolare e le quattro torri circolari, abbina il suo primitivo scopo di fortificazione della costa al fascino dei manieri medioevali in stile gotico.
Il porto di Ortigia è stato recentemente ristrutturato ed è diventato punto di ritrovo nelle calde serate estive, per una passeggiata tra le banchine, immersi in uno contesto storico e naturalistico di incredibile ricchezza come solo la città di Siracusa può offrirvi.
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Articolo tratto dalla guida Agriturismo e turismo rurale 2019/2020.